Buona Apocalisse a Tutti!

L’Anticristo è stato inviato sulla Terra per far avverare l’Apocalisse, una volta cresciuto. Un cacciatore di streghe, membro di un’antica congrega, si unisce a una discendente di una strega che aveva previsto tutti i passi che portano alla fine dell’Umanità. Un angelo e un demone, vigilano affinché ciò succeda o venga impedito, pronti per la guerra nei Cieli.
Okay, se avete finito con i “tsk, tsk” e con gli sbuffi, vi dico che queste tematiche in mano a Pratchett e Gaiman, sono elaborate in maniera impeccabile, originale, ma soprattutto ironica, quasi comica in certe situazioni. La mente visionaria di Gaiman, unita all’umorismo di Pratchett, mescolato con i loro ingredienti magici, rendono questo romanzo uno dei più divertenti e intelligenti libri mai usciti con queste tematiche.

Divertenti, no?

Innanzitutto, Gaiman è molto più a suo agio in queste pagine insieme a Pratchett, rispetto allo zoppicante Ragazzo dei Mondi Infiniti (articolo QUI), e le pagine scorrono veloci, tra risate e eventi singolari. Tante le citazioni bibliche, soprattutto nelle battute che si scambiano l’Angelo Azraphel e il demone Crowley, due entità che si conoscono così da tanto tempo, che sono diventati amici. Tra di loro si insinua sempre il dubbio, se le rispettive parti stiano agendo per il meglio.

Copertina che ho io

Tra i personaggi abbiamo poi Adam, e la sua banda chiamata I Quelli (vorrei sapere il nome originale), ragazzini molesti ma non più di tanto. Non dimentichiamo i terzi incomodi, Anatema Device, discendente di Agnes Nutter, la strega delle profezie, e il suo improvvisato compare di sventure, il cacciatore di streghe Newton Pulsifer.
Ora, non voglio svelarvi altro se ve lo siete persi, ma se avete voglia di farvi due risate e di cacciare qualche easter egg nascosto nel libro, dovete assolutamente procurarvelo. Mi chiedo ancora perché io stesso, abbia perso così tanto tempo.

Che coppia!

2 commenti

  1. Toh, lo sto leggendo proprio adesso. Bellissimo! Anche se il titolo in italiano… vabbè.

    1. In Italia abbiamo quel tocco in più per non capire i giochi di parole di titoli, nomi e citazioni, che ci rendono… ehm… sì, insomma…

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