Riviste e blog: un confronto

Si è parlato molto la settimana scorsa, se fosse giusto o meno che un blogger venisse in qualche modo pagato per il lavoro che svolgeva. Tutto è partito, anche se è stata solo la goccia che ha fatto traboccare quel dannato vaso, da una sparata di una giornalista italiana. Ora, se ve lo siete persi, QUI c’è un post con diversi link per recuperare le notizie e leggere varie opinioni.
Interessante leggere diversi pareri, chi diceva che bastava un riconoscimento sottoforma di donazione o buono Amazon, chi sperava in qualcosa di più, e chi invece non era per nulla d’accordo e asseriva che i blogger (blogger lui stesso magari), dovevano farlo per passione e tanti bla bla bla.
Tra i tanti, ho letto un intervento che diceva più o meno, che in primis andava fatta distinzione tra blogger che scrivevano tutto quello che passava loro per la testa, e quelli che davano reali servizi, con articoli strutturati e ricerche. Bene, in parte questo discorso può essere giusto, in quanto le riviste che compriamo in edicola, sono composte da rubriche definite che danno notizie ai lettori. Sarebbe impossibile applicare la stessa formula a un blog? Sarebbe così impossibile pagare un abbonamento mensile anche di solo 1 misero euro per avere un mese di articoli di quel blog?

Esistono un mare di riviste. Lo avete mai notato?

Proviamo ad analizzare la struttura di una rivista. Prendo in esame l’unica che gira in casa mia, una famosa di equitazione di cui non faccio il nome.

La copertina e il prezzo

Un titolo a caratteri grandi per attirare l’attenzione e farlo riconoscere immediatamente tra le altre riviste del settore. Al contrario di altre riviste, quelle di equitazione non hanno altri sottotitoli che richiamano i contenuti interni, ma si limita alla foto di un cavallo, di solito una bella bestia che vale un sacco di soldini. Di fianco, leggiamo il prezzo. Messo in verticale, lo vediamo solo quando ormai lo abbiamo sfilato: 6 euro, tondi tondi.

Numero di pagine

128 pagine costituiscono il giornale, escluse copertina e retro. 44 di esse, contengono pubblicità, più della metà a pagina intera, escludendo il prestigioso retro di copertina e quello di prima pagina. Una proporzione disarmante, con piccoli sponsor sparsi ovunque, sulla base di 1 a 2. Quindi ogni 2 pagine vediamo un prodotto. Inoltre, due facciate sono dedicate alla campagna abbonamenti del giornale.

Rubriche

Come tutte le riviste, le rubriche affrontano diversi argomenti, e lo stesso fa questo giornale. Oltre al classico editoriale, che si limita a una mezza pagina, abbiamo:

  • Un macro gruppo dedicato alla tecnica, di cui fanno parte 4 articoli
  • Una rubrica sui nuovi arrivi sui campi
  • Come si alleva un animale
  • Un cavallo e una fattrice del mese
  • I cavalieri sotto i riflettori
  • Attrezzature
  • Consigli di veterinaria
  • Attualità
  • Eventi
  • Risponde l’esperto
  • Piccoli annunci
  • Aziende informano (altri sponsor)

    Oltra ai 6 euro, migliaia di euro dagli sponsor

Riflessioni

Abbiamo visto quindi che oltre ai 6 euro a numero, i proventi arrivano dagli sponsor, presenti in gran numero sulla rivista, per non parlare sicuramente di quelli che hanno dato un contributo per essere visibili in una rubrica. Stiamo parlando di contribuiti immediati, e non a click. Lo sponsor paga la visibilità subito.
Se contiamo gli articoli, sono nell’ordine dei 12 al massimo 16, meno della metà di quelli che fa uscire un blogger medio, che almeno uno al giorno lo rilascia. Già qui vediamo che paghiamo 6 euro per avere in media la metà di quello che ci potrebbe dare un blog che si occupasse di cavalli.
Dove potrebbe essere la differenza che qualcuno solleverà di sicuro? Che il blogger non ha la possibilità di intervistare il cavaliere Mr X, o di andare a trovare la fattrice del mese, oppure potrebbe non essere in grado di dare notizie di veterinaria.
Onestamente, quelle notizie di veterinaria, quanto potrebbero essere utili? Ma al di là di questo, un blogger un minimo retribuito, potrebbe invece pensare di rimboccarsi le maniche, allargando i contenuti e migliorandoli, proponendo sempre più articoli strutturati da poter quasi competere con quelli di questa rivista.

Spazio in edicola?

Nel mio caso, potrei aggiungere interviste, analisi tecniche di vari apparati e lettori, recensire più libri e più film, mantenendo allo stesso tempo qualche articolo libero, contenente gusti personali. Ho chiaramente fatto solo esempi di quella che potrebbe essere la strada di un blog, e con questo non voglio dire che la intraprenderei solo dietro pagamento. Mi chiedo solo se, una volta strutturato così il blog, la gente sarebbe disposta a pagare 1 euro al mese per leggere quello che scrivo, o se preferirebbe andare in edicola e comprare tre riviste diverse (una per i libri, una per il cinema e una per la musica), perché quelle sono vere.

8 commenti

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  1. Beh, l’edicola è una vetrina.
    Sfoglio il giornale, guardo le foto, i titoloni e decido se mi può interessare: approfondire/acquistare.
    Il blog è più celato, non c’è un punto fisico(edicola) di raccolta blog.
    Esiste Google ma in pochi lo sanno usare a fondo e trovare così il blog adatto a lui.
    Il cavallo, il gatto e il cane e pure la rivista di divulgazione scientifica è realizzata con un 50% di investimenti esterni.
    Lo dico per esperienza a me e mia moglie coautori del “Fotoronmao” ci hanno dato un calcio in culo per avere 1000 euro in più di spazio pubblicitario da vendere, mentre tutto il nostro lavoro (intellettuale e tecnico) valeva meno di 100 euro(a cui vanno tolte le tasse).
    Ma noi eravamo una spesa, non un guadagno, secondo loro.

    Guarda io spero vivamente che il blog non diventi mai una merda come le riviste.
    Auguro inoltre di colassare al progetto di cui non fai il nome (e così io) perchè ipocrita meschino e della serie: ” se lo fai per passione, perchè devo pagarti”.
    Se non ci si prostituisse, realtà così nemmeno esisterebbero.

    1. Se il blogger potesse rimanere libero e non farsi corrompere, sicuramente preferirei le sue opinioni, rispetto a quelle di riviste in cui vengono “pompati” alcuni prodotti che hanno un buon fondo di investimento dietro. Nei blogger puoi trovare pareri e opinioni genuine (nella maggior parte dei casi).

  2. Un ultima osservazione sul risultato internet/carta:
    secondo me è solo una questione di tempo.
    Il mezzo cartaceo esiste dai tempi degli “strilloni” ‘700/’800.
    Internet è ancora giovane.

    1. Internet per fortuna, sta recuperando 😀

    • claudio il Ottobre 9, 2012 alle 10:06 am
    • Rispondi

    giustissime riflessioni. Diciamo che certe abitudibi sono dure a morire, anche.

    1. Eh Hermano, io non compro più riviste da anni. Alcune ti consigliavano caldamente l’acquisto di qualcosa, poi ti accorgevi che era spazzatura. Così come i consigli su film inguardabili, o libri blockbuster, sostenuti solo da i soldoni di marchette date per spopolare. Bah, preferisco leggere le opinioni di quelli che so che le danno gratuitamente, e che magari hanno gusti simili ai miei.

  3. Boh, non lo so.
    Mi farò un giro tra i blog, quando avrò un attimo di calma.
    Non ne conosco abbastanza per dare un giudizio e quei pochi che leggo sono del tutto amatoriali e quindi (mio compreso) no, non pagherei.

    1. Sul mio blogroll ne trovi strutturati molto bene e che, come dicevo sopra, danno consigli onesti, senza essere pompati dai compensi che ci stanno dietro. Io, au contraire, non intendo dare mezza moneta alle riviste che vengono già sostenute ampiamente da sponsor (ogni pagina quasi), dallo stato e da chi vuole una recensione positiva. Per me, potrebbero smettere domani di esistere.
      Guardala in questo modo: non daresti un euro a un blogger che ha i gusti simili ai tuoi, o di cui ti fidi, purché continui a scrivere ogni giorno articoli che possono tornarti utili?
      Sono 30 articoli al mese, contro 12/14 rubriche di una rivista che paghi 6 volte di più.

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