Per chi Suona la Campana (E. Hemingway)

Il mio primo Hemingway devo ammettere. L’ho scelto un po’ per le tematiche, un po’ per i pareri raccolti in rete. Finora non mi ero ancora avvicinato all’autore, considerato, beh, non c’è bisogno di dirlo, uno dei più grandi scrittori del secolo scorso nonché uno dei minimalisti più influenti. Non lo avreste mai detto, eh?

Copertina della mia edizione

Copertina della mia edizione

Trama

Spagna, durante la guerra civile. Il giovane intellettuale americano Robert Jordan, esperto di esplosivi, viene incaricato dal generale dell’esercito Repubblicano Spagnolo di fare esplodere un ponte di importanza strategica per l’esercito Franchista.
Unitosi a un drappello di Repubblicani partigiani, trascorrerà tre giorni con loro, ascoltando i loro racconti, innamorandosi di Maria, una ragazza salvata da una strage, e attraverso i suoi occhi vedremo gli orrori di quella guerra che cambiò faccia non solo alla Spagna, ma all’Europa stessa. Forse al mondo.

Ernest Hemigway

Ernest Hemigway

Considerazioni

Ebbene sì, che vi piaccia o no, Hemingway era un minimalista e nel suo stile lo si nota. Lascia molto spazio al dialogo diretto e fa economia di dettagli, dandoci solo quelli necessari, quelli più incisivi. Hemingway che ha vissuto direttamente quella guerra come corrispondente, descrive molto bene quello che accadeva, e anche se il suo punto di vista è dalla parte dei Repubblicani marxisti spagnoli, non esita a raccontarci che non c’era bianco e nero, ma un grigio nebuloso. Una scena in particolare, quella della mattanza nel paesello ai danni dei fascisti, raccontata in prima persona da Pilar, una delle protagoniste del romanzo, è molto obiettiva e conferma che gli orrori venivano commessi sia da una parte che dall’altra, perpetrati dall’odio verso la fazione politica avversaria e senza trattenersi.
È il romanzo giusto per avvicinarsi a Hemingway? Non so dirlo. Sono rimasto soddisfatto, soprattutto perché lo stile minimalista è in primis quello che preferisco, e il buon Hemingway ne era un maestro indiscutibile. Di sicuro un romanzo molto attuale e che dovrebbe farci riflettere prima di schierarsi a occhi chiusi da una fazione all’altra, o a rimpiangere certe correnti politiche.

 

9 commenti

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  1. è il quarto in ordine di lettura da fare con Hemingway (parere personale)
    prima ci sono i 49 racconti. Fiesta e Addio alla armi, (ascolta un intenditore LOL). Per chi suona la campana ha uno stile già troppo barocco ed Elisabettiano per Hemingway, benché alcuni passi sono inarrivabili

    1. Mi fido di te, segno e procuro 😉

  2. Poi seguono i racconti di Nick Adams, Festa Mobile, Un’estate pericolosa, Morte nel pomeriggio, Il giardino dell’eden, Avere e non avere, Il vecchio e il mare, Isole nella corrente, Verdi colline d’africa…

  3. Dimenticavo per me Hemingway numero uno

    1. Dovevo chiedere a te, prima di avventurarmi 😀 Ora ne ho le prove!

    • claudio il Aprile 16, 2013 alle 7:39 pm
    • Rispondi

    a costo di essere linciato dico che Il Vecchio e il mare è uno dei racconti peggiori di tutti i tempi,dove il protagonista insiste nel dirci più e più volte, ossessivamente, di essere un vecchio strano, ma forse sarebbe meglio che ce lo dimostrasse (rimando a Vergy, credo ne Il 36° giusto per altri particolari, non proprio positivi, su detto racconto), mentre i 49 racconti sono notevolissimi, e per un Hemingway un po’ particolare suggerisco Di là dal fiume e tra gli alberi. Licenziosetto, direi, anche.

    1. Questo come suo primo libro che ho letto, mi è piaciuto. Ovviamente non leggero tutta la sua bibliografia per ora. Un tempo avevo la mania di leggere un libro di un autore e di seguito tutto ciò che aveva scritto.

        • claudio il Aprile 16, 2013 alle 7:49 pm

        non vorrei essere frainteso: è un titano, nessun dubbio su questo, ma il Vecchio e il mare è onestamente un brutto racconto per vari motivi. Per il resto va a gusti, come quasi sempre. Anche la sua fine ha contribuito a creare la sua leggenda.

      1. Sono curioso di leggere piuttosto il primo Hemingway che l’ultimo, quello più minimal

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