Il Grande Sonno di R. Chandler (recensione)

Philip Marlowe era radicato nella mia mente con un’immagine sbagliata. Non so perché, ma lo consideravo per qualche motivo un detective da film per famiglie, e che puzzava di naftalina. Non mi ero mai curato né di lui, né di Raymond Chandler, finché non ne ho sentito parlare in modo positivo da Claudio, che di Chandler credo abbia appunto letto tutto. Quindi, al contrario di quello che fa molta gente, ho iniziato a documentarmi sullo scrittore e sul suo personaggio più famoso, recuperando per primo questo romanzo. Giudizio più che positivo. Ve lo assicuro.

Copertina di un'edizione

Copertina di un’edizione

Trama

Philip Marlowe, granitico investigatore privato, viene ingaggiato dal signor Sternwood per sistemare una storia di ricatti. Investigando, Marlowe scoprirà che c’è molto di più oltre a una banale serie di foto compromettenti di una figlia di Sternwood…

Raymond Chandler

Raymond Chandler

Considerazioni

Non mi aspettavo che un romanzo che ha quasi 75 anni, potesse essere così attuale. La lettura scorre veloce, molto più di tanti libri che escono oggi. Marlowe è un personaggio dotato di sarcasmo pungente, di una spiccata dote investigativa, e di una lingua sempre pronta a ribattere. Sicuro di sé, dà l’impressione di non avere quasi punti deboli, anche se si può intuire che in realtà ne abbia.
Posso solo dire che sicuramente è una delle figure meglio riuscite nel genere hard boiled di cui fa parte, e che Raymond Chandler possedesse già nel 1939 una prosa moderna, adattabile agli anni seguenti, che gli permettono di non invecchiare.
Vi sembrerà davvero di leggere un romanzo del nostro tempo, che non ha nulla da invidiare ai noir, ai thriller o agli hard boiled usciti in questi anni. Chandler ha ancora tanto da insegnare.

 

4 commenti

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  1. eh sì

    1. Credo che lo farà ancora per molto tempo…

    • claudio il Maggio 21, 2013 alle 10:04 am
    • Rispondi

    Con Marlowe ti ho un po’ martellato, hermano, lo riconosco, ma a questo punto mi sento tranquillo.
    Non sempre a Chandler tutto riesce bene, ma quando gli riesce è una gioia per il lettore. Se devo dare l’ultima martellata, la vibro con Il lungo addio.
    Marlowe è stato portato sullo schermo più volte, ed è ancora identificato con Robert Mitchum, ma ricordo anche un film con Elliot Gould non malaccio, con l’espressione indimenticabile di Marlowe che si volta a guardare con distacco misto a disprezzo la vuota alta borghesia riunita ad un party appena prima della conclusione del film. Un’espressione che non si dimentica.

    1. Macché martellato, hai fatto bene a citarlo e a parlarmene. Ho visto in giro la locandina del film tratto da questo libro con Bogart, ma sinceramente non ce lo vedo nella parte.

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