In questi giorni in cui il fantasy classico, quello con ambientazione medioevale 1 per intenderci, sta vivendo un momento florido, non posso che ripensare a quando ero un adolescente e leggevo quasi esclusivamente quel genere. Ovviamente oltre ai classici, pescavo anche tra quelli usciti dalle ambientazioni di D&D, come le saghe di Salvatore, per fare un esempio. Ovvio che quando si è molto giovani, si possa venire influenzati dal genere che si legge, forse complice per l’interesse stesso per i giochi di ruolo, e si abbia voglia di scrivere qualcosa di quel tipo.
Oggi come oggi, passato quasi un decennio dall’uscita dei film di Jackson su Il Signore degli Anelli, il pubblico viene colpito da un altro tipo di fantasy con ambientazione medioevale, e cioè Il Trono di Spade. La serie sta spopolando, portando tematiche e toni decisamente diversi rispetto al lavoro di Tolkien, ma soprattutto a quelli di Terry Brooks, Salvatore o per dire della serie di Dragonlance. Un prodotto più per adulti, se vogliamo più realistico rispetto a come può funzionare una guerra del tipo che viene descritta, a colpi di assassinii, stupri, mutilazioni, torture e colpi bassi. Niente realtà edulcorate per non turbare il pubblico, bensì la crudeltà dell’essere umano in tutte le forme che può esprimere in tempi di guerra.
Anche se viene messo nello stesso calderone con il genere di cui parlavo all’inizio, i lavori di Martin e mi viene da citare anche Turtledove mentre ci siamo, non sono la stessa cosa né lo stesso filone. Al che uno potrebbe dirmi: «Bella scoperta!», ma non sempre ciò è così scontato e ovvio.
Cosa distingueva in primis il fantasy alla D&D da quello di Martin o di Turtledove? Essenzialmente potremmo stilare questi punti, e vi invito ad aggiungerne se ne dimentico alcuni.
Le Razze
Le razze non si limitano al colore della pelle o a tratti somatici differenti, bensì pescano a man bassa nel folklore, portando a società multirazziali fatte di nani, elfi, orchi, goblin e quant’altro si possa trovare nelle leggende. Quindi bene o male tutti usavano gli elfi, provando a cambiargli nome ma elfi erano e basta.
La Quest
La quest, anche questa pescata dalle vecchie ballate o già dai racconti pre- De Troyes, è un punto fondamentale. Gli eroi devono partire a cercare qualcosa per qualcuno, o hanno la missione di arrivare in un certo luogo per eseguire un compito affidatogli. Questo era anche il mezzo più abusato per far iniziare una qualsivoglia avventura di D&D.
L’Eletto
Eletto, prescelto, chiamatelo come vi pare. C’è sempre qualcuno che viene designato per portare a termine un compito e salvare il mondo intero da qualche minaccia. E lo può fare solo se certe condizioni lo hanno definito come destinatario di questa missione. Di solito si scopre che anche se è di apparenti umili origini, in realtà è figlio di un re. Certo che la cosa funzionò in altre storie, per cui fa presa tuttora. E se nel caso qualcuno si chiedesse: «A chi può interessare la storia del figlio di un artigiano?», la risposta potrebbe essere che due bestsellers da secoli, sono su figli di falegname, anche se uno alla fine era di famiglia reale decaduta.
La Profezia
Sta alla base del punto precedente. Qualcuno ha predetto che l’Eletto sconfiggerà il Signore del Male (punto successivo). Ovvio che si avvererà, nonostante il fallimento arrivi quasi a compiersi. Però non dubitate, la Profezia non fallisce mai.
Il Signore Oscuro
Ci vuole un cattivo che si sveglia alla mattina e decide di dominare il mondo. Il più delle volte lo vuole distruggere. Non ne riesco ad afferrare il senso, eppure c’è sempre qualcuno, esso sia un demone o una strega malvagia, che devono radere al suolo la popolazione, le città e il resto. E poi, che diamine fanno?
Il Vecchio Mentore
Appare sempre. Tutti ne hanno uno. Da Merlino a Obi Wan Kenobi, da Gandalf ad Allannon, prima di partire per la quest appare ‘sto tizio che te l’appioppa a piene mani, perché sei L’Eletto che deve compiere La Profezia. Spesso muore in malo modo, prima di finire l’addestramento del giovane, oppure viene semplicemente allontanato, cosicché il tizio possa dimostrare di cavarsela da solo. Se non fosse per la base de La Profezia, vien da chiedersi perché non la compia lui ‘sta missione, visto che è così furbo.
La Bella di Turno
Qui mi chiedo se possa essere colpa del sopracitato De Troyes e della sua bella idea dell’amor cortese 2, però sempre e comunque compare o deve essere portata in salvo. Di solito fa parte de La Quest affidata da un re, circondato da mille migliaia di potenti cavalieri, ma nessuno che abbia voglia di farlo per lui. Ci si manda di solito lo sguattero che si rivelerà essere L’Eletto.
La Macchietta
Elemento distensivo per alleggerire i toni, nella compagnia in viaggio per La Quest, entra a far parte il buffone di turno, che se pur valido nel momento giusto, non manca di far ridere tutti. Di solit è sovrappeso o basso di statura, o entrambi. Grasse risate.
La Magia e le Creature Fantastiche
Magia e creature fantastiche sono la linfa vitale di un certo tipo di fantasy. Senza magia, che è presente perfino insieme alle creature fantastiche nelle opere di Martin, mancherebbe quell’ingrediente fondamentale per definirlo fantastico. Oppure no?
Ora, rileggendo questi punti, mi vien da dire di essere felice di non aver scritto nulla in quegli anni, perché sicuramente sarebbero emersi alcuni di questi punti senza volerlo fare con intenzione. A questo punto chiedo a voi, se doveste scrivere una storia con ambientazione medioevale, quale misura prendereste, il realismo di Martin e Turtledove, o gli elementi contenuti in questi punti?
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1) Chiamatelo come volete, trovateci l’etichetta giusta. Ci siamo capiti.
2) Okay, non è stato solo De Troyes a inventar l’amor cortese…
14 commenti
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Direi un mix tra le due cose, senza esagerare con elfi, nani e compagnia cantante.
Mi sono sempre chiesto anche io lo scopo dei Signori Oscuri, cioè, distruggi il pianeta, o la sua popolazione, e poi?
Oppure sono esseri dal potere immenso, che bisogno hai di conquistare il pianeta se puoi fare già tutto quello che vuoi?
Secondo me avevano problemi con i genitori, da bambini xD
Autore
Anche secondo me è colpa della diseducazione dei genitori troppo assenti 😀
Domanda, perchè dici di esserne felice?
Autore
“perché sicuramente sarebbero emersi alcuni di questi punti senza volerlo fare con intenzione”
La risposta era già data 😀
E il problema dove sarebbe stato?
Autore
Avrei tra le mani cose indegne persino per una campagna di D&D…
oh, beh, tutta gavetta 😉
Autore
Se avessi scritto qualcosa del genere, arrivava il genio di turno a farmi notare che qualcuno aveva già usato l’elemento X. Non mancano ora, con generi più vari, figurati con uno abusato come lo Sword & Sorcery 😀
Non dimenticare le mappe!
Autore
Ecco! La mappa con mille migliaia di terre e nomi!
Ma sai che ho in lavorazione un post quasi identico a questo per il mio blog? 😉
La pensiamo in modi simili, con la differenza che io ho sviluppato una notevole allergia agli eletti… 😀
Autore
Io mi fido poco degli Eletti. Maledetti…
Credo che la differenza principale tra il vecchio fantasy, cioè quello Tolkieniano, ed il fantasy di Martin o Turtledove, che va per la maggiore oggi, sia che il primo trae ispirazione dal folclore, dai miti, dalle leggende e dalle fiabe, mentre il secondo trae ispirazione dalla Storia.
Il Videssos di Turtledove è Bisanzio con la magia, mentre “Le cronache del ghiaccio e del fuoco” sono, a tutti glie effetti, la guerra delle due rose con le targhe cambiate.
Ciò significa che c’è stato un cambiamento di gusto del lettore.
Il lettore medio di fantasy non ana più le storie che lasciano briglia sciolta all’immaginazione.
Il nuovo lettore ama la Storia e gli piace ritrovarla in ciò che legge, anche se questo taglia le gambe all’immaginazione.
Autore
Purtroppo il fantasy storico deve vedersela con il fantasy puccioso con la trama trita e ritrita fatta di adolescenti armati di spadine che ammiccano con gli occhi a cuore. E sono sempre Prescelti. E devono sempre superare prove. E alla fine si scoprono figli di re.