Avete mai sentito parlare di Jonas Winner? Forse sì o forse no. Io l’ho scoperto giusto pochi giorni fa sul web, cercando in seguito altre notizie sul suo caso. Riassumiamo in breve chi è il signor Winner.
Jonas Winner è un autore che, dopo il suo primo romanzo pubblicato tradizionalmente e male accolto dalla critica, ha pubblicato un secondo lavoro direttamente in formato Kindle. Ha investito qualche migliaio di euro per la correzione delle bozze ed editing, pochissimo per la campagna pubblicitaria, e non ha spammato in ogni dove sui social.
Eppure ha venduto 100000 copie del suo ebook. Ci tengo a sottolineare che si riferiscono a un solo ebook diviso in sette capitoli, acquistabili anche separatamente a 0,99 l’uno. Per una volta quindi, a differenza di Amanda Hocking o Konrath, abbiamo un autore che non conta su dozzine di uscite per calcolare il bilancio mensile, ma si avvale di un’unica pubblicazione.
“Niente di nuovo, è americano e in America le cose vanno diversamente che qui”, obietterete voi a questo punto. E il fatto curioso è proprio che Winner non è americano, bensì tedesco e quelle cifre le ha fatte in casa sua, in una lingua parlata solo in Germania.
Ora, possiamo anche pensare che in fondo la Germania conta su quasi 20000000 di abitanti in più se proprio dobbiamo fare i menagrami, però credo che i fatti siano ben diversi. Probabilmente i tedeschi leggono di più e sono meno incartapecoriti di noi italiani.
11 commenti
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Forse serve un cognome come il suo!
Autore
Nomen omen? 😀
Forse, alla fine, la cosa principale è tradurre in una lingua che non sia l’italiano.
Oh, che novità 🙁
Autore
Cioè, pure un tedesco che scrive in tedesco riesce a vendere cifre del genere. E dico vendere, mica regalare!
Quindi anche la scusa del “Eh, vabbè, è perchè scrivono in inglese” è ormai obsoleta.
Voglio vedere cosa si inventano per giustificare che certe cose qui non accadono e fuori si .-.
100.000 copie, a 2,99, togli il 30% e il resto è incasso…:O
Autore
Togliendo questa scusa, ne metti zitti un bel po’. Se pensiamo poi che si tratta di Europa, vuol dire che basterebbe imparare da chi lavora bene. Ma come sempre, noi troviamo scuse per giustificare la nostra pochezza di paese di serie c.
Si, sembra che al posto di puntare in alto, quelli in basso tentino di trascinare tutti giù con loro .-.
Autore
Sono dei cappi al collo con un peso legato attorno
Autore
E ha anche ritwittato il post
Insomma il guaio è essere italiani…
Autore
In realtà è vivere in Italia, non essere italiani