Autori indipendenti. Ne ho parlato già in passato da qualche parte, su questo blog. A quei tempi, tirai in ballo Konrath, Locke e la Hocking, fenomeni dell’editoria indipendente. Un’altra volta invece, vi parlai di Jonas Winner, tedesco, quindi un europeo più vicino a noi. Qualcuno insomma che ha scritto nella sua lingua madre che non è esattamente la più diffusa la mondo. Ha venduto però 100000 copie in madrepatria, che è tutto sommato una cifra notevole.
Ieri l’amico Davide ha fatto uscire sull’argomento, un post davvero interessante che vi invito a leggere QUI.
Riassume in breve ciò che deve essere il modus operandi di un autore indipendente serio, o meglio, quello che dovrebbe essere quello standard per qualsiasi autore. Lo scrivere va preso sul serio. Il pubblico pagante merita rispetto e un prodotto di qualità. Quindi, in parole povere occorrono questi passaggi:
- Un buon testo
- Un’accurata revisione
- Beta-readers
- Un editor o anche più di uno
- Un grafico per le copertine
Queste cose le avete già trovate da Davide, quindi è inutile che ve le ripeta anch’io. Aggiungo però una cosa che necessità un autore indipendente che viva nel Belpaese:
- Un traduttore
Un traduttore? Perché mai?, chiederete voi. Lasciando da parte Konrath e compagnia bella, attaccabili dai soliti depressi nichilisti, pronti a dire che sono cifre gonfiate, vi posso dire che dopo varie ricerche, ho trovato un forum di autori indipendenti dove si rivelano i numeri. Dalle vendite, ai guadagni, al periodo di crescita ai propri dubbi. Ed è gente comune, che dice di portare a casa 500/1000 dollari al mese, con 5 o 6 libri pubblicati.
Ribadisco, gente comune che ci paga qualche bolletta. In mezzo ci sono anche autori che fanno bei soldoni, tanto da potersi permettere di fare quello e basta.
Ma è anche gente che parte del ricavato lo reinveste nei punti sopra, per vendere qualità.
Ricordate quando dissi che non è necessario diventare milionari e che basterebbero quelle 25000 copie vendute all’anno per stare sereni? Ecco, questi ne sono la prova.
E se qualcuno stesse pensando “Tanto qua da noi non funzionerebbe…”, io gli rispondo di leggere il punto aggiuntivo che ho inserito, perché forse non lo hanno visto.
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