La prima cosa che ho pensato vedendo la locandina di questo film è stato: “Gesù, i titolatori malvagi esistono anche all’estero!”, perché titolo più idiota non potevano darlo. Diciamo che Witching and Bitching è proprio un titolo degno del miglior titolatore malvagio italico, eppure per questa volta non è colpa nostra. Di certo potrebbe far perdere qualche spettatore al film, come capita spesso quando ci si ritrova a scorrere le locandine e si trova un titolo idiota come questo. Las Brujas de Zugarramurdi invece funziona a meraviglia.
Trama
José organizza una rapina a un banco dei pegni, insieme ad Antonio. Il piano è piuttosto ben congeniato, non fosse che proprio quel giorno José ha l’affidamento del figlioletto. Da bravo padre modello che non può rinunciare a vedere il figlio, José lo porta con sé. Durante la fuga, dopo che le cose hanno preso una brutta piega, finiscono in un paese poco prima del confine con la Francia: Zugarramurdi. Qui incontreranno delle strane donne…
Considerazioni
Non è una commedia. Non è un horror. È tutti e due, anche se l’umorismo è forse la parte un po’ più predominante. Fin dalle prime battute, si capisce che l’ironia e le situazioni rocambolesche saranno al centro della pellicola, ma quando si incontrano le prime streghe si può dire che anche l’horror non è da meno.
Gli spagnoli, in questi anni, ci hanno abituati ormai a prodotti horror raffinati, ma anche a ibridi come questo. Dopotutto anche in Rec 3 c’era una parte di umorismo, non come qua però.
E come rende questo elemento umoristico? Bene. Abbiamo altri esempi di horror ottimi ma che hanno una solida struttura da commedia (qualcuna ha detto Shaun of the Dead) e quindi non ha senso gridare allo scandalo. Tanto più che oggi come oggi, anche facendo un horror serioso si rischia di far ridere il pubblico, e ne abbiamo un chiaro esempio nostrano.
Quindi ben vengano film come questo, che tra l’altro finora dalle nostre parti nessuno ha mai pensato o provato a girare. Gli spagnoli stanno diventando davvero bravi.
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[…] Da leggere anche la recensione di Marco. […]