Un milione di modi per morire nel West…

… ovvero: perché MacFarlane dovrebbe continuare a fare Family Guy e American Dad, e lasciar perdere il cinema. Premetto che sono opinioni personali, e che non voglio offendere chi trova un certo tipo di comicità divertente. Personalmente preferisco un altro tipo di humor, soprattutto quando gli espedienti usati in questo film sono vecchi di decenni.

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Lascio perdere la trama e passo direttamente a dire cosa c’è di buono e cosa no.

Cosa salvo

Il cast c’è, non possiamo dire il contrario. C’è Giovanni Ribisi, Liam Neeson, Sarah Silverman – che come comica è bravina – e Charlize Theron più una serie infinita di special guest, come Cristopher Lloyd in un cameo divertentissimo (immaginate quale…). C’è pure Wes Studi che fa il capo indiano. Insomma, il budget c’era, gli attori pure, e se il citazionismo usato da MacFarlane nelle sue serie a cartoni fosse stato riportato pure qui, avrebbe reso migliore il film. Purtroppo invece…

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Cosa non salvo

… invece MacFarlane prende la scorciatoia di infilare un tris di battute sui peti (okay, dopo la prima cosa c’è ancora da ridere?), una sulla purga e i problemi intestinali con scena di urgenza e risoluzione, compresa una bella inquadratura sul prodotto finito, continue battute sulla moglie di Ribisi, il personaggio della Silverman, prostituta senza peli sulla lingua e la margherita nel culo di Liam Neeson. Quest’ultima poi, va oltre il nonsense e non dà il via a nemmeno una risatina di consolazione.

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Un peccato quindi che, dopo il misero Ted, MacFarlane si rivela un miglior ideatore di cartoni per “adulti” rispetto a un regista e sceneggiatore per il cinema. Forse se la smettesse di usare battute degne del nostro Pierino degli anni ’70 o seguire il filone alla Sandler, le carte buone le avrebbe.

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