The Nightcrawler e il filtro delle notizie

Avete presente quando vi sembra che improvvisamente ci siano migliaia di fatti di cronaca simili? Magari tutti commessi dalla stessa etnia, per dire. Oppure quando i cani impazziscono nello stesso istante e sbranano padroni e passanti nell’arco di pochi giorni?
Beh, fa parte della selezione delle notizie fatta da chi decide cosa e quando pubblicare un articolo.

locandina

In The Nightcrawler (in Italia lo abbiamo chiamato Lo Sciacallo, così, visto che volevamo essere originali) ci viene mostrata la pratica dell’acquisto delle notizie dei freelancer da parte delle emittenti televisive. Lo stesso avviene con i quotidiani, tanto per chiarirci.[1]
Il protagonista è un tizio che si improvvisa reporter con una videocamera comprata al banco dei pegni, e capisce subito che ha occhio per le notizie. E c’è un punto del film dove ha l’illuminazione, e dove dovremmo aprire le orecchie pure noi.

scena2

Il direttore dell’emittente a cui ha appena venduto un filmato gli spiega cosa comprerà e cosa rifiuterà. Lo dice così:

That’s only part of it. We like crime. Not all crime. A carjacking in Compton, for example, that isn’t news, now is it? We find our viewers are more interested in urban crime creeping into the suburbs. What that means is a victim or victims, preferably well-off and/or white, injured at the hands of the poor, or a minority.

Avete capito? Se il crimine viene commesso a Compton[2], lei se ne frega. Il crimine deve avvenire in quartieri ricchi o benestanti in generale, ai danni di bianchi, preferibilmente, e per mano di qualcuno che faccia parte di una minoranza.
Se qualcuno di voi ha qualche amico nelle forze dell’ordine, chiedete cosa chiedono i giornalisti quando chiamano settimanalmente per raccogliere notizie: chiedono esplicitamente un genere di crimine. Se è la settimana dell’etnia X, scarteranno tutte le notizie commesse dagli Y. Se è la settimana della violenza sulle donne, chiederanno solo quelle. Se è estate, chiederanno cani feroci che sbranano padroni.

Avete presente Compton?

Avete presente Compton?

Pare incredibile, vero? Eppure è così, e nel film potrete vedere quanto in là si spingono i freelancer pur di accontentare i giornali e i canali di news. Chi sbaglia? Diciamo che il freelancer deve portare a casa il pane, e l’etica deve metterla da parte. Chi dà le notizie, invece, dovrebbe avere un minimo di senso etico e seguire la deontologia. Nel film, vedrete infatti che un collaboratore si oppone più volte a certi sistemi, ma viene messo a tacere.

scena1

In definitiva, quando condividete o leggete un articolo sul web, pensateci bene, chiedetevi se improvvisamente una tipologia di persone che condivide la stessa appartenenza è improvvisamente fuori controllo. Nella stessa settimana, nelle stesse ore.
Oppure iniziate a farvi delle domande…

Ah, vi ricordo sempre quando dissero che i giornalisti sono professionisti, non come noi blogger barboni. Loro ne sanno a pacchi, no?

 

[1] Voi invece che leggete siti online di notizie a caso, seguitemi un attimo…

[2] Voi non vorreste vivere a Compton, fidatevi.

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