Gli autori horror dove sono?

Parlavo qualche giorno fa di quando ero ragazzo, e non avevo a disposizione mezzi di trasporto, né librerie fornite, tantomeno denaro per comprare tutti i libri che volevo. Ma, soprattutto, era anche difficile informarsi, rispetto a ora che c’è la Rete, enciclopedia universale utilissima per scoprire nuovi autori.

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Mi ritengo fortunato se al tempo, in campo horror, riuscì a procurarmi autori come Barker, e se la biblioteca comunale aveva Poe e Lovecraft da proporre. Nonostante questo, bastava farsi un giretto nelle grandi città e vedere scaffali horror pieni di autori che… che adesso dove sono finiti?

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Nel 2013, è uscito il film Odd Thomas, di cui vi ho parlato QUI. Pare non avere avuto grandissimi apprezzamenti dalla critica, ma si è attestato nella media. Però non è arrivato nelle nostre sale. Se cercate in Rete, pare dovesse venire distribuito due anni fa, ma poi, a causa di “problemi” è stata sospeso.
E quindi ci scordiamo Odd Thomas. E quindi ci scordiamo le ristampe di Koontz, che avrebbero potuto essere lanciate in scia al film. L’ultima volta che ci è arrivato qualcosa dell’autore americano è stata nel 2010, e si tratta della sua storia con Trixie, il suo cane. Una autobiografia, o qualcosa del genere.
Koontz, che in USA lo trovate sempre presente nelle classifiche horror…

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Parliamo di Ramsey Campbell? Se andate a frugare, troverete un titolo risalente al 2006, tradotto in Italia. Di grazia che abbiano distribuito alcuni film tratti dalle sue opere, entrambi spagnoli.
Ma torniamo all’inizio. Clive Barker? Se date un’occhiata alla sua pagina Wiki in italiano, vedrete una lunghissima fila di “inedito in Italia”.
Parliamo di John Dies at the End? Il romanzo di David Wong è stato tradotto, ma del film di Coscarelli non se ne ha traccia.

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Perché, mi chiedo, autori che all’estero vendono tantissimo e film tratti dalle loro opere non vengono importati e distribuiti? E ho fatto solo qualche nome, visto che di horror su Amazon.com ne potete trovare talmente tanto, che non vi basterebbero 2 vite per leggere tutto.
Non ho una risposta, o meglio, non voglio credere che sia quella. Posso solo sperare che, prima o poi, la gente impari a leggere in inglese e usi la Rete per scavalcare questi recinti che ci costruiscono attorno.

 

P.S. Lovecraft, Poe e Stoker, per fare alcuni esempi, vengono pubblicati continuamente per un semplice motivo: diritti scaduti, quindi liberi = a costi quasi zero.

9 commenti

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  1. E ogni nuova edizione (che sarà la milionesima) delle opere di Poe e Lovecraft non è che te la regalano. Quindi ci guadagnano, a costi contenutissimi, e non investono su autori meno noti. E perché mai dovrebbero? C’è tanto di quel bel paranormal romance da tradurre…

    1. Edizioni di Poe e Lovecraft frettolose, tra l’altro, curate poco, impaginate peggio. E vendute a costi alti come dici tu. Lo stesso ebook, qualche anno fa, costava 1/10, quasi.

  2. Io lo chiamo “bigottismo culturale”. Quella visione snob e perbenista della letteratura che da noi pietra s ignorate con sdegno la letteratura fantastica a favore di orrori di letteratura.
    All’ epoca avevano lanciato strali cattolici anche contro Harry Potter!
    Poi han visto che vendeva…
    D’altronde un popolo che disimpara a sognare e quindi a sognare si beve meglio manovre capestro e leggi improponibili altrove no?

    1. Mi chiedo se da genitore potrò fare qualcosa. Me lo chiedo davvero. Mi pare quasi che mi toccherà battermi da solo contro mille stimoli esterni.

  3. Scusate i refusi ma da Smart phone è sempre cosi!

    • claudio il Maggio 7, 2015 alle 9:32 am
    • Rispondi

    Purtroppo siamo sempre noi a dirci le stesse cose, peraltro vere. Mi piacerebbe pensare che ci sia un rimedio ma non lo vedo. L’unica via è quella di insistere scrivendo senza darla vinta a romanzi dall’encefalogramma piatto.

    1. Spesso mi metto a ragionare su una cosa: avrei scritto anche se non ci fosse stato un pubblico? Forse sì, forse no, perché un piccolo pubblico l’ho sempre avuto, fossero 2 o 3 persone.
      Comunque, mi sto impegnando da una vita per migliorare nella scrittura, non avrebbe senso fermarsi adesso.

  4. Schedando romanzi gialli il risultato è lo stesso che testimoni nel tuo P.S.: la stragrande maggioranza dei tanto amati “gialli classici” sono ristampati perché i diritti sono scaduti, sia degli autori che dei traduttori, quindi praticamente sono a costo zero. Però una specie di Sindrome di Stoccolma italiana fa sì che SOLO i gialli classici siano considerati di qualità dai lettori, che snobbano e insultano qualsiasi blasfemo bestemmiatore che osi non rifarsi alle firme storiche.
    E’ come se la pigrizia dei lettori si fosse sposata con la pigrizia degli editori e la pigrizia degli autori: tutti dormono, e il sonno del cartaceo genera digitale 😀

    1. Ora, non tocca che smuovere e togliere il fango che ricopre il digitale, sperando che così circoli altro materiale fresco.
      Perché sì, come dici tu, anche nei gialli non c’è gran vita. Solo il fantasy e lo YA, smossi spesso da film tratti dai libri, immettono nel circuito un sacco di materiale.

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