Cosa fate quando finite di leggere un libro? Io, di solito, ne parlo con mia moglie o con amici, specialmente se mi è piaciuto. A volte, ne parlo anche se non è stato di mio gradimento, magari motivando il perché, giusto perché il mio interlocutore possa farsi un’idea se leggerlo o meno.
Perché il parere è sempre soggettivo. Perciò, quel libro che ho faticato a finire, potrebbe invece fare al caso tuo.
E anche a questo servono le recensioni, se scritte con criterio: indicare ai potenziali lettori se acquistarlo o meno. Per esempio, da una recensione in cui si parla di “descrizioni minuziose”, io potrei decidere di passare oltre, perché non amo le descrizioni troppo approfondite in un romanzo.
Ma le recensioni nell’era del WEB 2.0 (o siamo già al 3.0?) hanno anche un’altra utilità: vanno ad agire sugli algoritmi dello store, tipo Amazon, e sui motori di ricerca. Un numero alto di recensioni dà accesso a vantaggi per l’autore che sarebbero altrimenti preclusi. Inserimento nella newsletter, nei banner “chi ha acquistato questo ha anche…”, fino a promozioni ad hoc, come l’offerta lampo o del mese.
Ora, è vero che spesso si vorrebbe lasciare una recensione che renda giustizia al libro che si è letti, e che richiederebbe un po’ di applicazione per essere stilata, ma così facendo si rimanda. “La scriverò appena ho un attimo di tempo…” Ecco, l’ho fatto e lo faccio anch’io, lo ammetto. Rimando, dico che la scriverò appena avrò raccolto le idee, e poi passa il tempo, leggo altro, e magari sono pure convinto di averla scritta.
Non dovremmo cadere in questo tranello, perché, se rileggete sopra, le recensioni non sono solo un bel premio per l’autore, ma anche un modo per sbloccare certi meccanismi e aiutarlo ad arrivare a più gente. Non diciamo sempre che vanno aiutate le piccole imprese? Un autore, soprattutto indipendente come me, è una piccola impresa, e ha bisogno di qualsiasi aiuto possibile per poter continuare a tenere aperto bottega.
Più entrate, più soldi da investire con collaboratori e contenuti extra, ma anche uscite più frequenti, o copertine sempre più curate. Tutto questo non è possibile se non si sbloccano i meccanismi di cui sopra, se non iniziano a girare quegli ingranaggi.
So che esiste anche la scuola del non recensire quando qualcosa non è piaciuto, ed è vero, a volte è meglio così. Ma allo stesso tempo esiste anche la scuola di quelli che non recensiscono proprio perché sanno che ogni recensione è preziosa. Non vi sembra possibile? Eppure è così.
E voi, chi preferite essere, quelli che aiutano un autore, o quelli che preferiscono vederlo chiudere la serranda?
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