The Zero Boys e lo Slasher

Dopo la carrellata di ripasso a tema slasher fatta quest’estate[1], ho deciso di arrendermi e di rivedere The Zero Boys su Youtube, perché pare impossibile procurarlo in altro modo. The Zero Boys è un film a cui sono affezionato, nonostante i grossi limiti di budget e di produzione, e fu anche un film che ebbe uno spazio tutto suo in uno dei primi post di questo blog, quando era ancora ospitato direttamente sulla piattaforma WordPress.

locandina

Locandina

The Zero Boys è uno slasher a basso costo del 1986, scritto e diretto dal greco Nico Mastorakis, e che segue grossomodo tutte le regole di un film del genere, aggiungendo un elemento che al tempo faceva sognare me e gli amici: i ragazzi sono campioni di soft air/paintball, e portano con sé armi modificate che sparano proiettili veri. Forse è proprio questa cosa che mi colpì al tempo, nell’ormai lontanissimo 1989, quando noleggiai per la prima volta il VHS e lo guardai con un amico. Era impossibile non desiderare di poter giocare in un’arena come quella che ci viene mostrata all’inizio del film, un’area localizzata in quello che sembra un paese fantasma da film western.

Il torneo di soft air

Il torneo di soft air

Ma al di là di quello, c’è appunto il fatto che i ragazzi non si limitino a essere prede dell’assassino di turno, ma siano preparati[2] ad affrontare la minaccia.
Da dove parte la vicenda, e quali sono gli elementi classici e quelli che, se rielaborati oggi, potrebbero fare la differenza?

Beh, partiamo con il ripetere quelle regole che Randy ci elenca nel primo Scream, quando alla festa dice ai ragazzi cosa bisogna evitare per sopravvivere in un film slasher.

  1. Niente sesso
  2. Non ubriacarsi, né fare uso di sostanze stupefacenti
  3. Non dividersi, né separarsi dicendo “torno subito

Se analizziamo le prime due, vediamo quindi che l’assassino, di solito, è tipo l’angelo punitore mandato dalle mamme della parrocchia e le mamme anti-rock per punire i peccatori[3]. La terza, serve anche come rafforzo per la prima: se ti separi per andare a fare sesso, schiatti. Pensateci.

Il killer ti spia

Il killer ti spia

Ecco, in The Zero Boys c’è il momento del brindisi (alcool) e il momento in cui due coppie si allontanano per fare sesso, ma inaspettatamente non vengono uccise.
Diciamo che entra in gioco il meccanismo principale di ogni buon slasher che si rispetti, l’elemento fondamentale che lo avvicina più al thriller che all’horror e i vari sottogeneri, tipo lo splatter, dove il focus è lo sventramento e il mostrare il più possibile la morte, privilegiando metodi fantasiosi per colpire il pubblico:

la suspense

La cosa più importante e che rende lo slasher diverso da altri generi è la tensione, il gioco del gatto e del topo che fanno i killer con le vittime. Avete presente Michael Myers o Jason Voorhees? Bene, io non ricordo di averli mai visti correre, bensì a spiare e sorprendere all’improvviso i ragazzi, specialmente quando sono divisi. Il killer è un predatore paziente, che colpisce le vittime rapidamente senza gingillarsi. Non per niente il genere si chiama slasher e si usano soprattutto armi da taglio. Per dire, l’inesperienza di Ghostface, con le sue apparizioni quasi annunciate, gli è quasi costata cara in più di un’occasione, specialmente quando ha dovuto inseguire le vittime. Un killer da film slasher cercherà sempre di eliminare in fretta il ragazzotto di turno, evitando di inseguirlo, evitando così il rischio che gli scappi o che si ricongiunga con qualcun altro. Il fattore sorpresa è fondamentale.

Armi che taglino in fretta, per non perdere tempo

Armi che taglino in fretta, per non perdere tempo

E sono elementi che il buon Mastorakis conosceva bene, al momento della stesura della sceneggiatura e alla messa in opera del film. I killer[4] osservano da lontano, sfruttano i passaggi segreti e i finti specchi per spiare gli Zero Boys. Si armano sì di machete, ma anche di balestre e trappole.
Altra nota di merito, e segno che Mastorakis ha studiato il genere e lo conosce, è il fatto che tranne per un caso, in cui il killer ammazza un ragazzo trafiggendolo con una freccia, il primo morto che vediamo è un cadavere ritrovato in un baule, e capiamo che non è il primo dalle ossa rinvenute vicino al lago. Non abbiamo quindi una sequenza didascalica di morti per fare inorridire il pubblico, bensì la caccia all’uomo, che si trasforma presto in un cacciatore contro cacciatore, e il chi mette in trappola chi.

Restare uniti e reagire

Restare uniti e reagire

The Zero Boys poteva essere un film migliore? Si è sprecata un’occasione? Forse. Forse sì, forse no. Dopotutto parliamo di un film a bassissimo costo e degli anni ’80, in cui credo abbiano speso più per chiedere ad Hans Zimmer di comporre le due musiche presenti, che per il resto, ma che se analizzato nella sua fedeltà al genere va premiato, perché la tensione c’è, gli elementi tipici da slasher ci sono, e c’è quell’aggiunta dei ragazzi che reagiscono – bypassando così la regola della final girl – che è notevole.
Concludo dicendo che posso mettere anche The Zero Boys nei film da studiare per scrivere un film (ma anche un racconto o un romanzo, come ho fatto io con Amsora) slasher, prendendo esempio e annotandosi i fattori principali e quelli che si possono rielaborare per dare un tocco personale al prodotto. Wes Craven lo sapeva bene quando scrisse Scream, no?

N.B. The Zero Boys è difficilissimo da trovare in lingua originale, e meno ancora in italiano. Esistono però un paio di edizioni in DVD e Blu Ray, compresa un’edizione speciale 2 dischi che non costa una follia. Nel caso, tenete conto che non è un prodotto di alto livello, e controllate bene la localizzazione, in quanto esiste l’edizione in italiano in DVD, ma vengono vendute soprattutto edizioni in lingua senza sottotitoli ITA.

[1] Ma anche di classici più datati, come i Monsters movie dell’Universal

[2] Questo sulla carta, perché ovviamente, visto il basso budget, non è che diano sfoggio di chissà quali tecniche e tattiche militare. Ma un ragazzino di 13 anni mica ci faceva caso, all’epoca.

[3] Fateci caso: nel primo Friday the 13th, è proprio una mamma ad accoppare i ragazzi. Le mamme bigotte sono pericolose, come ci insegna pure King®

[4] Perdonatemi lo spoiler sul numero dei killer

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